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Maggio 2019
Un esame del sangue per la diagnosi precoce dell'Alzheimer
La diagnosi dell'Alzheimer avviene troppo tardi per permettere alle terapie di essere efficaci. Un nuovo esame del sangue potrebbe rilevare in anticipo le prime alterazioni in corso tra le proteine.
La diagnosi dell'Alzheimer, una delle forme di demenza più diffuse al mondo, dipende dall'osservazione delle placche di amiloidi che si formano nel cervello. A quel punto, però, la malattia è ad uno stadio troppo avanzato per poter essere curata in maniera efficace. Le prime alterazioni a livello delle proteine, infatti, prendono forma almeno vent'anni prima della manifestazione dei sintomi tipici della malattia e i più recenti approcci puntano alla diagnosi precoce ed alla prevenzione.
La rivista Alzheimer's and Dementia, ha pubblicato i risultati di uno studio della Ruhr-University Bochum per sviluppare un metodo permetterebbe la diagnosi precoce della malattia da un campione di sangue. 
I ricercatori della RUB sono riusciti a diagnosticare correttamente l'errato ripiegamento delle proteine beta-amiloidi con otto anni di anticipo rispetto alla manifestazione dei sintomi clinici.
Inizialmente, il nuovo test non si era rilevato adatto all'applicazione clinica. Pur avendo correttamente riconosciuto casi di Alzheimer al 71%, infatti, produceva anche un 9% di falsi positivi. Per eliminare questo margine d'errore, i ricercatori hanno sviluppato ulteriormente il proprio metodo arrivando a proporre una seconda fase.

Il Professor Klaus Gerwert del Dipartimento di Biofisica della Ruhr-University Bochum intende proseguire gli studi con nuovi test clinici da condursi su pazienti alle primissime fasi di sviluppo del morbo. Il nuovo metodo diagnostico offre un'opportunità di cura anticipata della malattia ed i ricercatori sperano che le terapie esistenti possano rivelarsi più efficaci quando applicate con maggiore anticipo.