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Giugno  2022

Insonnia e problemi cognitivi, una relazione da indagare


Un nuovo studio approfondisce gli effetti dell’insonnia sulla salute. Soprattutto ora che la pandemia ha peggiorato le cose

Secondo la European Insomnia Network (EIN), si tratta del più diffuso tra i disturbi del sonno al mondo. In Europa, affligge in maniera cronica probabilmente più del 10% della popolazione, con notevoli rischi per la salute fisica e mentale.

Insonnia: dal latino ‘senza sonno’

In forma cronica, l’insonnia è stata strettamente associata a casi di ipertensione, attacchi cardiaci e ictus, obesità, diabete, depressione e ansia, diminuzione delle funzioni cerebrali, perdita di memoria, sistema immunitario indebolito, tassi di fertilità inferiori e disturbi psichiatrici.

La telemedicina è dunque la nuova frontiera della sanità, un mezzo che facilita la distribuzione delle risorse umane e delle competenze professionali. Può velocizzare la diagnosi, l’erogazione delle cure terapeutiche e consentire agli operatori sanitari periferici e primari di ricevere assistenza continuativa da centri specializzati.
Tra le cause più comuni di insonnia troviamo dolore cronico, stress, orari irregolari, cattive abitudini del sonno, ma anche disturbi della salute mentale come ansia e depressione, o malattie neurologiche, disturbi del sistema endocrino e gli effetti collaterali di alcuni farmaci.

Il nuovo studio

Ora, un nuovo studio dell’Università di Helsinki ci allerta sul potenziale dell’insonnia come chiara concausa di disturbi cognitivi dopo i 60 anni.

 

Condotto dall’Helsinki Health Study, una task force dedicata allo studio dello stato di salute della popolazione in età lavorativa ad Helsinki, il gruppo di ricercatori ha analizzato l’effetto dell’insonnia sulla memoria, sulla capacità di apprendimento e di concentrazione dei volontari una volta in pensione. Il periodo di follow-up è stato di 15-17 anni.

Publicato da Journal of Aging and Health i risultati dello studio porterebbero alla luce una chiara correlazione diretta tra i sintomi dell’insonnia cronica su lungo periodo e l’emergere di disturbi cognitivi in un secondo tempo. Lo studio rivela anche che il prolungarsi dei sintomi dell’insonnia si associa a problemi di memoria e difficoltà nell’apprendimento sempre maggiori.

Già numerose ricerche hanno dimostrato l’esistenza di meccanismi che spiegano la correlazione tra sonno e capacità cognitive. Ciò che rende eccezionale il nuovo studio è il lungo periodo di follow-up sui sintomi dell’insonnia. Lo studio ha anche dimostrato come agire nel corso degli anni sui sintomi dell’insonnia può portare a miglioramenti cognitivi rispetto al mancato intervento.

"Sulla base dei nostri risultati, sarebbe giustificato un intervento precoce per affrontare i sintomi dell’insonnia o misure volte a migliorare la qualità del sonno“, spiega la professoressa Tea Lallukka, direttrice del Dipartimento per la Salute Pubblica all’Università di Helsinki.