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Coronavirus e cronicità: teleassistenza gratuita per i malati di Parkinson. 

Careapt, giovane startup del gruppo Zambon che dal 2019 ha sede in OpenZone, ha messo a disposizione gratuitamente dal 12 marzo al 12 giugno, il servizio di teleassistenza infermieristica ParkinsonCare. Questa esperienza, grazie alla collaborazione con Confederazione Parkinson Italia, sta fornendo dati interessanti su come una rete virtuale di medicina collaborativa può diventare un modello nella gestione dei pazienti con patologie croniche anche nelle prossime fasi dell’emergenza.

Per accedere a ParkinsonCare e alla rete di professionisti specializzati nel Parkinson basta  chiamare il numero fisso 02.210.799.97 o inviare una mail a info@parkinsoncare.com. Il servizio è  attivo dalle 9.00 alle 18.00, da lunedì a venerdì.
 
La responsabilità sociale dell’azienda è stata il volano della partnership con il non profit. E la cooperazione fra privato sociale e for profit ha coinvolto anche il settore pubblico. Questa alleanza, da tutti e da tempo auspicata, è un esempio di resilienza: nella normalità avrebbe richiesto tempi biblici, nell’emergenza è decollata in poche ore.
 

Una rete multidisciplinare

Oltre alla collaborazione con Confederazione Parkinson Italia Onlus e il patrocinio di Fondazione Limpe e Accademia Limpe-Dismov, ParkinsonCare ha raccolto l’adesione di altri importanti partner come l’Istituto Neurologico C. Besta di Milano e Villa Margherita -S.Stefano Riabilitazione, e il sostengo di Cittadinanzattiva, dando così vita al primo network virtuale multidisciplinare per le persone con Parkinson in Europa. 

Con gli ambulatori chiusi ormai da diverse settimane e con la prospettiva che anche nelle prossime fasi dell’emergeza Covid le persone più fragili dovranno ancora far fronte a diverse limitazioni, per i malati cronici la telemedicina e l’assistenza a distanza possono essere soluzioni efficaci. L’esperienza di ParkinsonCare evidenzia come questi strumenti siano utili per le persone con Malattia di Parkinson e i loro familiari.
L’immobilità forzata e l’isolamento sociale rappresentano un fattore di deterioramento della malattia per questi pazienti. Si apre, così, il dibattito sui modelli di cura della cronicità. Nelle prime settimane sono stati oltre 2.000 gli interventi di cui circa 1.500 in teleassistenza infermieristica. Nel 63% dei casi, è stato possibile indirizzare le problematiche attraverso interventi di gestione infermieristica, educazione terapeutica, supporto all’aderenza alla terapia e al caregiver, mentre nel 37% si è reso necessario il video-consulto con neurologi, medici di base, fisioterapisti e le altre figure professionali accessibili tramite la rete dei partner dell’iniziativa.

 

Come sottolinea Francesca Mancini, Direttore Sanitario di Careapt, la startup che ha sviluppato ParkinsonCare, “La condizione di isolamento a cui la pandemia ci ha obbligati non è l’ideale per persone con un disturbo del movimento come la Malattia di Parkinson, a cui normalmente viene raccomandato di uscire e intraprendere attività motorie. La mancanza di movimento può incidere negativamente sia a livello fisico sia psicologico”.
 

I sintomi più frequenti

I dati raccolti da ParkinsonCare durante questa emergenza sanitaria ci dicono che i sintomi motori rappresentano il 39% di quelli riferiti dai pazienti: rigidità, freezing e blocchi motori le problematiche più ricorrenti in quest’ambito. I sintomi non motori, come ansia, depressione e stipsi, rappresentano il 56% delle segnalazioni su cui gli interventi in teleassistenza si sono concentrati.

Da sinistra a destra: Francesca Mancini, Direttore Sanitario di Careapt; Tania Carta e Jessica Cordasco, infermiere specializzate.
Lo sa bene Serena, una delle pazienti che utilizza ParkinsonCare da qualche mese: “Dall’inizio di quest’anno mi è stata offerta la possibilità di partecipare ad un progetto di collegamento fra noi pazienti e i medici che ci seguono: ParkinsonCare. In caso di bisogno possiamo contattare via mail, telefono, Whatsapp dal lunedì al venerdì un'infermiera particolarmente esperta nel Parkinson che ha ben presente tutta la nostra situazione e possiamo porle domande".
 
"La stessa può risolvere da sè la situazione, ma in caso di problematiche più complesse fa subito riferimento al medico curante. Quest’anno mi sono capitati un paio di episodi che mi hanno creato una certa ansia: accedendo a questo servizio, ho potuto constatarne la positività" - conclude Serena.
 

Uno strumento da integrare nel sistema sanitario

"E’ stato dimostrato da diversi studi scientifici che la teleassistenza infermieristica è uno strumento molto utile da integrare nel sistema sanitario per garantire una presa in carico efficace delle persone con malattie croniche, come la Malattia di Parkinson, che, in particolare, presenta sintomi complessi, eterogenei e variabili nel tempo" - ricorda la Dott.ssa Mancini -  "Il contatto telefonico immediato con un infermiere specializzato e dedicato consente di chiarire rapidamente il problema, impostare una soluzione, quando è possibile, sapendo che il proprio neurologo viene informato dettagliatamente".


"Inoltre, l’evoluzione della malattia a volte porta sconforto nel paziente e un eccessivo carico emotivo nel caregiver. Anche in questo caso, l’infermiere di riferimento può rappresentare un utile interlocutore per gestire lo stress e aiutare a migliorare l’accettazione dei sintomi, supportando la resilienza del nucleo familiare".
 
Questo importante aspetto farà la differenza nella gestione delle cronicità anche nelle fasi che si dovranno affrontare per uscire da questa emergenza sanitaria. I malati cronici, spesso fragili e obbligati a rispettare misure prudenziali più restrittive, sono al contempo  quelli che necessitano di controlli frequenti e monitoraggio più puntuale. In questo la teleassistenza e in generale la telemedicina possono essere una soluzione efficace.